La carriera di Valentino Rossi è fatta di 101 vittorie da incorniciare e 159 podi da ricordare.
Numeri impressionanti, anche e soprattutto per record stabiliti e battuti: lo sa bene Giacomo Agostini, che molti di questi record li sta vedendo cadere ad opera di un ragazzo di 30 anni che si diverte a batterlo.
Ma non ci sono solo i numeri, c'è anche la tecnica che Rossi applica spesso per vincere. È qualcosa che i piloti della 125 e della 250 conoscono bene: il passaggio all'ultimo giro.
Il trucco è rimanere dietro all'avversario per beffarlo in prossimità del traguardo (o nel giro precedente l'ultimo) sfruttando la sua scia. Vale fa qualcosa di simile: o almeno, il gesto tecnico sembra quello, ma così non è.
Il fatto è che Rossi è un predatore da corsa, secondo lui le gare vinte all'ultimo hanno tutto un altro sapore rispetto a quelle vinte per distacco.
Andando a rovistare nella scatola dei ricordi, di quando Rossi debuttava nella 500 con la Honda, c'è la volta di Donington nel 2000. Lì la lotta era con Kenny Roberts Junior (che quell'anno vincerà il titolo) e Vale riuscì a beffarlo al penultimo giro, tenendolo dietro di poco, solo 0,395«, fin sotto la bandiera a scacchi.
L'anno successivo, in Australia, a Rossi si presenta l'occasione di battere Max Biaggi, uno dei suoi nemici giurati dell'epoca. La rivalità tra i due è alle stelle. Biaggi a Phillip Island è sempre stato fortissimo anche perchè utilizzava quel circuito per provare sin dai tempi della 250. Rossi prova a passarlo più volte, ci riesce, ma all'ultimo giro è dietro al romano. All'uscita dell'ultima curva lo affianca e vince sulla linea del traguardo di 19 millesimi di secondo.
Nel 2002, l'impresa riesce ai danni di Tohru Ukawa a Le Mans. Il giapponese rinuncia ai suoi sogni di gloria quando il 'Dottorè, sfruttando il lungo rettilineo del curcuito de la Sartre riesce a beffarlo di 0,217».
La stagione 2003 è importante per questa statistica, per il passaggio ai danni dello spagnolo Sete Gibernau, battuto di soli 42 millesimi, dopo una gara nella quale Valentino gioca con lui come il gatto col topo.
La mitica vittoria di Rossi su Biaggi nella gara del Sudafrica, la prima in sella alla Yamaha, vede la capitolazione del campione romano, dopo una serie infinita di sorpassi tra i due, di poco più di due decimi al traguardo. Sempre nello stesso anno, il 2004, e sempre in Australia.
Stavolta la vittima è di nuovo Gibernau, che viene fulminato sul traguardo con un distacco irrisorio, 97 millesimi.
Ma non tutte le volte che si esce a caccia, si torna con la preda. Nel 2007 è Casey Stoner con la Ducati a beffare Rossi. Succede a Barcellona, dove dopo un duello estenuante, l' australiano supera Rossi (grazie anche al gran motore della moto made in Borgo Panigale) di 69 millesimi.
Ai giorni nostri, da ricordare la 99/a vittoria in carriera del Dottore, a Barcellona.
Il rapace è sempre lui, la preda stavolta non un pilota qualsiasi, ma il compagno di squadra Jorge Lorenzo, che perde la gara dopo un passaggio impossibile all'ultima curva per soli 95 millesimi di secondo.
Poi, domenica, la Germania, e una annotazione numerica: Rossi batte ancora una volta Lorenzo che ha il numero 99 sulla carena, per 99 millesimi di secondo.